Non cercare di servire il mondo intero
o fare qualcosa di grandioso.
Invece, crea una radura nella fitta foresta della vita
e aspetta lì pazientemente,
finchè la canzone che solo tu puoi cantare
cade nelle tue mani aperte a coppa
e tu la riconosci e saluti.
Solo allora saprai come darti al mondo
così degno di essere salvato.

Marta Postlethwaite

Ogni volta che un gruppo si riunisce per cantare la terra, le forze degli elementi, il cielo, lo spirito che anima le cose, rinnova il senso di connessione con il cosmo e la sacralità di questo legame.
È curativo camminare insieme orme così profonde che pure ci lasciano liberi di essere ciò che siamo.
Il canto medicina è, in fondo, il canto dell’Uomo che prende coscienza di esistere nella trama della vita e comprende che solo rispettando questa trama può vivere in armonia e salute. I cerchi sono i luoghi di questa consapevolezza condivisa.
Ogni canto racconta una cellula di questa matrice e questa cellula sembra illuminarsi mentre la cantiamo.

È una chiamata ai cantastorie, ai viaggiatori sonori, ai musici dei boschi, ai danzatori a piedi nudi, a chi nella muisca ama perdersi e a chi vi si ritrova. Per celebrare, lasciar andare, focalizzare, riunire, ricevere e donare. Per scoprire che curando sè, si cura anche l’altro.

Teniamo cerchi di canti medicina circa una volta al mese, dove portiamo il nostro repertorio di tradizione amazzonica e mantra indiani. È il contesto ideale per chi desidera immergersi nella musica cantando con noi e suonando il proprio strumento.

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Visione Indigena. Mata e Silvia

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